E’ inutile negare che stiamo brancolando nel buio. Che
nemmeno la cura Monti sembra fare effetto e la crisi non ha più dentro di se le
opportunità ma sembra essere solo difficoltà e disperazione. C’è un sentimento
di pessimismo, di disfattismo, di sfiducia in giro. Ma non ci si deve
arrendere. Dobbiamo avere la forza e la capacità di credere nel futuro. Abbiamo
bisogno di pensare al futuro delle nostre comunità, della nostra Italia.
Abbiamo bisogno di favorire la formazione di una èlite che sia composta dagli
individui giudicati migliori ai posti di responsabilità: non dobbiamo pensare a
questo concetto in termini negativi come se fosse una distanza politica o
culturale tra una classe dirigente e coloro che ne sono governati. E’ solo che
non possiamo tollerare più classi dirigenti incapaci e disoneste ma nemmeno classi
dirigenti di “uomini medi”, di “è uno di noi”: no! Non abbiamo bisogno di
votare per il candidato con cui berremmo volentieri una birra ma di votare
quello che vorremmo accanto quando dovremo chiedere alla banca un’estensione
del mutuo. Non vogliamo leader delle persone comuni ma leader che capiscano le
persone comuni. Altrimenti , per dirla come Luca Sofri, saremo condannati a
classi dirigenti infarcite di demagogia e che ci chiederanno di scegliere
(sulle fesserie) e dall’altra noi che pretenderemo sempre di più di scegliere
su ogni cosa: siamo anche noi come loro. E quindi raccolte di firme e
referendum, pretesa di supplenza dei rappresentanti che noi stessi abbiamo
scelto ma che non consideriamo all’altezza.
Dobbiamo credere che sia possibile un mondo diverso ed un
futuro migliore : magari non più ricco, se non è possibile, almeno più felice.
Questo si. Cominciando, ad esempio, dal chiedere ai sindaci dei nostri comuni
di lavorare per la ristrutturazione, la riqualificazione, la sistemazione dell’esistente:
più manutenzioni e meno inaugurazioni. “In questo inverno di stenti, con
speranza e virtù, affrontiamo con coraggio le correnti ghiacciate e sopportiamo
quel che le tempeste ci porteranno.Facciamo si che i figli dei nostri figli
possano dire che quando siamo stati messi alla prova non abbiamo permesso che
questo viaggio finisse, che non abbiamo voltato le spalle e non siamo caduti”
(Barack Obama – discorso di insediamento)
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