venerdì 22 febbraio 2013

Da piazza Venezia a piazza San Giovanni...

Da piazza Venezia a piazza San Giovanni noi italiani appena uno sale su un balcone a gridare vuoti slogan populisti accorriamo beati ad acclamare. Non abbiamo proprio speranze se da un cantante di navi da crociera siamo pronti a correre in braccio ad un guitto. Come si può non dare ragione a chi grida che si devono tagliare le spese inutili, i costi della politica, prevedere il limite dei mandati ad esempio? Però nessuno si chiede e nessuno ha avuto la possibilità di chiedere "come", in che maniera, su che basi. Soprattutto a nessuno interessa sapere quale idea di società, di comunità vi sia, come ci si rapporta con l'europa e col mondo, quale "visione" si ha oltre all'arrendetevi? Come si può non dare ragione a chi grida che questi politici e questa politica ha stufato? Come? Credo che si stia perdendo una grande opportunità: la democrazia del web non esiste ed infatti è una invenzione bella e buona tanto decide sempre uno anche qua. Si potevano rimettere in moto  con metodi democratici e trasparenti molte energie buone e valide, si poteva utilizzare il web come grande veicolo e strumento per diffondere e condividere le idee aprendosi poi agli incontri sui territori. Non si può ripartire e cambiare se non ci si mette in testa che il "dialogo" ed il confronto con tutti e sempre sono dei valori imprescindibili per affrontare una realtà sempre più complessa e difficile. Diversamente, possiamo ancora mettere la testa dentro la sabbia come gli struzzi e affidarci a vuoti slogan, a vuote parole e alla partecipazione di facciata. Un giorno qualcuno si degnerà di spiegarmi come si possono reputare aperte delle primarie dove hanno votato in pochissimi e ci sono candidati scelti con 80 preferenze... che sia l'ennesima foglia di fico di una immane operazione di marketing? Rattristato, attendo che arrivi lo tsunami... tanto poi, anche stavolta, ci serviranno persone serie, oneste e coraggiose che dovranno rimettere in piedi la baracca... e se questo non è il tempo per noi, probabilmente potrebbe non essere più nemmeno il paese per noi... buon voto a tutti!

sabato 16 febbraio 2013

LA COSCIENZA DELLA RESPONSABILITA'

Una settimana al voto. Andiamo a votare con una legge elettorale che il suo stesso creatore, Calderoli della Lega (per chi non si ricordasse), ha definito una porcata. Una porcata fatta non per il bene del Paese o del Nord, no fatta solo per non permettere agli avversari di vincere. Legge del 2005 che nè il governo Prodi, nè tantomeno il governo Berlusconi, nè il governo tecnico di Monti sono riusciti o hanno voluto cambiare. Quindi ci troviamo a poter rischiare uno stallo e l'ingovernabilità al Senato. abbiamo però tutti una grande responsabilità: quella di dare dei segnali concreti di voler cambiare e voltare pagina. Questa volta non ci sono più alibi: le possibilità ci sono. Le alternative anche. Per anni la dicotomia berlusconi-comunisti è stato un mantra nel quale in tanti si sono rifugiati, un modo per non analizzare e capire, ma solo per semplificare e a forza di semplificare intontire, instupidire, allontanare la gente dalla politica. Eppure la politica è la cosa più importante che c'è: agire per organizzare la realtà, permettere la coesione sociale, il benessere, l'accompagnamento dei più deboli e anche però la possibilità e la volontà di poter cambiare la realtà stessa. Ritengo che in questi anni abbiamo perso tutti la consapevolezza che la politica sia necessaria: quindi non ci si può chiamare fuori solo perchè abbiamo avuto spesso ed in tutti i settori della politica esempi di malaffare, disonestà, incompetenza, demagogia e qualunquismo. Eppure chi più chi meno, chi con i distinguo del non mi piace questo, non mi piace quell'altro, del questo è comunista, questo è fascista, questo è ricco, questo è povero, questo è imprenditore, questo non ha mai lavorato, questo è brutto e questo è bello, abbiamo sempre votato o permesso che la classe politica arrivasse quasi a toccare il fondo. Abbiamo permesso partiti non democratici al loro interno, abbiamo spento l'interruttore del nostro cervello ed accettato supinamente che si potessero non pagare le tasse con senso di impunità e quasi di giustizia, abbiamo accettato che il seme dell'intolleranza venisse quotidianamente seminato nelle nostre terre e che chi lo semina venisse premiato con ruoli di amministratore e di governo, abbiamo lasciato fare condoni e ruberie senza mai sollevare ciglio. Ecco perchè adesso non possiamo più permetterci le sottili distinzioni, i sottili sofismi del "ma questo è stato con Berlusconi fino a ieri", del "ma aveva detto che non si candidava", del "ma se vinceva Renzi": non è il momento non più. La mancanza della politica ha fatto più male a questo Paese di tutti i bunga bunga, di tutte le leggi ad personam e di tutto l'immobilismo di Prodi e le sottili manovre di un D'Alema. Per questo la settimana prossima andrò a votare in maniera convinta Scelta Civica con Monti per l'Italia. Non perchè mi piaccia Monti: ho già scritto che ritengo sia espressione del mondo delle grandi banche e di un sistema economico che ci ha portato a questo punto. Però non posso non dargli la patente di persona seria, onesta e che ha avuto ed ha il coraggio di dire le cose come sono. Che al di là di tutto ha preferito fare una scelta personale sconveniente (non ha pensato ai cazzi suoi: vero Razzi?) e che quando poteva stare tranquillo ad attendere il Quirinale ha capito che senza la sua salita in campo (reclamata da tante persone) ci saremmo ritrovati nel bipolarismo dell'ingovernabilità. Perchè possiamo ora stare a discutere che poteva fare tanto di più, che poteva mettere meno tasse e non fare la riforma Fornero ma con lui l'Italia ha riacquistato una credibilità internazionale, abbiamo ricominciato a sentire che si può fare politica e governare un paese con serietà ed onestà. Possiamo usare la pancia e guardare al domani più prossimo, aspettarci la restituzione dell'IMU, magari pensare che potremo non pagare più le tasse ("specie se sono troppo alte"), ma abbiamo il dovere di usare la testa. Mi auguro che questo sia il nuovo passo per una nuova stagione della politica dove possano ritornare, nella diversità, ad essere riferimenti il dialogo, il confronto, la serietà e la responsabilità. Che non è demagogia, non è il "via tutti", non è lo sbarco degli alieni incompetenti ed eterodiretti, ma l'assunzione delle responsabilità: tutti fanno promesse durante le elezioni. A me interessa però la prospettiva, lo scenario, dove vogliamo andare: i politici hanno questa responsabilità. L'idea di paese, di società e di convivenza, non se mettere o non mettere l'imu, non se stare o non stare nell'euro: questi sono mezzi per arrivare ai fini. Io amo la politica quando questa si adopera per fare cose importanti non per far diventare importante chi la fa. Il politico è lo strumento e questa missione dovrebbe riempirlo, realizzarlo, appagarlo e dare senso alla vita di chi decide di fare politica. Per questo ci vuole Passione, competenza e amore per la gente. Per questo non dobbiamo avere paura della qualità, non dobbiamo avere paura di usare la testa, non dobbiamo avere paura di avere un'opinione e di esprimerla.