sabato 8 dicembre 2012

IL RITORNO DEI MORTI VIVENTI

Quel giorno non ci sarà più posto sulla terra: così un film cult degli anni 80. Un b-movie misto di splatter e comicità che tanto sembra andare di moda anche oggi tra walking dead ed tutti sti film di vampiri e licantropi. Era da agosto che non scrivevo... letargo? No solo stanchezza. Nel web oramai si fa di tutto pure scegliere i candidati per il Parlamento... e poi si scopre che toh guarda caso sono parenti di parenti... ma se qualcuno osa dire che forse se non ci sono regole alla base, se non ci sono principi democratici e certi ad ispirare non dico i movimenti politici ma anche la semplice bocciofila... beh allora non possiamo certo dirci liberi e chi vi aderisce lo fa con la consapevolezza di essere un "minus" in senso di libertà. Ma mi rendo conto che sto divagando dal tema centrale. Tornano. Anzi ritornano. Arrivano dal passato per salvarci tutti. Per ridarci una speranza. Lui soprattutto ritorna per vincere. Ho sentito delle cose folli in questi giorni: il signor B torna perchè alle primarie del centro sinistra ha vinto l'altro signor B...... ma come si può mettere sullo stesso piano una esperienza di democrazia diretta per quanto perfettibile comunque con regole e libertà di partecipazione, da questo ritorno? Però oramai non mi stupisco di nulla... ho già per sicurezza guardato dei biglietti per andarmene da questo paese... poi mi dico che non posso mollare. Che qualcuno deve pure alzarsi in piedi e fare un passo in avanti sennò i morti viventi davvero non lasceranno più posto sulla terra. Ecco credo che oramai non sia più il momento dei distinguo, delle eccezioni e delle pregiudiziali di posizione e di storia passata. Le forze responsabili di questo paese devono sapere fare quadrato e dare un futuro a tutti noi. Senza se e senza ma. Mantenendo la capacità di discernimento: non è l'anagrafe a fare il ricambio. Non è il dilettantismo o il neofitismo a poter dare delle risposte. Ci vuole passione. Con la P maiuscola. Dedizione e rispetto del prossimo. Costruire il bene comune è compito di tutti. Quindi non mi limito alla data di nascita sulla carta di identità, nè al non aver mai fatto politica per valutare chi dovrà governare: cerco di capire se è un morto vivente oppure ha dentro di se la capacità di ascoltare non solo con le orecchie. Se il suo ego è più grande del senso del dovere. Se ha qualche cosa da dire di suo e non aspetta che siano assemblee o forum on line a definire cosa deve dire o fare. Se ha la Passione di sapere stare in mezzo alle gente dal più giovane al più vecchio, dal più studiato al più semplice, dal più ricco al più povero. Se sa guardare con un occhio la vita di tutti i giorni e con un altro sognare quello che non c'è. Questo paese ha bisogno di Amore non di web, convention e lamenti. Amore nel senso della "filia" greca: tu ed io siamo sullo stesso piano e desidero il bene di entrambi. E voglio credere che persone così ce ne siano ancora in giro... non siano tutte emigrate... nascoste... o demoralizzate e stanche come me in questo momento.

domenica 12 agosto 2012

NOI GENERAZIONE PERDUTA? NON PERMETTETEVI...

Appartengo a quella generazione, forse l'ultima, che ha fatto tilt giocando a flipper, che metteva le monete nel juke box per sentire la musica nei bar della spiaggia con le sedie in plastica, che si metteva in coda con i gettoni per chiamare alla cabina pubblica, che sa cosa si può fare con una audiocassetta ed una matita insieme: insomma una generazione non digital native. Ma amo da morire la tecnologia: se potessi fare da cavia e testare su di me l'impianto di un tablet sul palmo di una mano lo farei. Non appartengo quindi ai nostalgici del bel tempo che fu: penso che adesso, nonostante tutto, si stia meglio di venti o trenta anni fa. Che ora i bambini viaggiano sui seggiolini o non in braccio alle mamme (almeno dovrebbe essere così), che i morti sulle strade sono meno, che non si muore di Aids come un tempo, che oggi la medicina è migliore di una volta. Ma una comunità che ha smesso di ricordare o meglio che ricorda solo per avere la consolante nostalgia del bel tempo che fu senza slancio per il futuro è destinata ad essere marginale, involuta e alla fine a sparire. Dobbiamo avere la capacità e la grazia di non voler dimenticare la storia e quello che questa ci può insegnare. Aprendoci al futuro e alle nuove possibilità con il rispetto di quello che siamo stati come comunità, stato, paese. La generazione dei trentenni e quarantenni (noi) non siamo perduti e non dobbiamo permettere che nessuno lo dica o lo pensi. Dobbiamo riprendere in mano i nostri talenti, le nostre virtù e sperare. Avere l'ottimismo della volontà: sapere che un mondo migliore è possibile e che non di solo spread vive l'uomo. Vogliono addormentarci, precarizzarci, escluderci: non ci riusciranno se sapremo ridare al merito il posto che gli spetta, se sapremo riappropriarci di parole quali sacrificio, dedizione, impegno, costanza ed onestà. Sapremo allora fare di una stella cadente l'inizio di un desiderio e non la fine di una luce.  

sabato 21 luglio 2012

NON SMETTIAMO DI CREDERE NEL FUTURO


E’ inutile negare che stiamo brancolando nel buio. Che nemmeno la cura Monti sembra fare effetto e la crisi non ha più dentro di se le opportunità ma sembra essere solo difficoltà e disperazione. C’è un sentimento di pessimismo, di disfattismo, di sfiducia in giro. Ma non ci si deve arrendere. Dobbiamo avere la forza e la capacità di credere nel futuro. Abbiamo bisogno di pensare al futuro delle nostre comunità, della nostra Italia. Abbiamo bisogno di favorire la formazione di una èlite che sia composta dagli individui giudicati migliori ai posti di responsabilità: non dobbiamo pensare a questo concetto in termini negativi come se fosse una distanza politica o culturale tra una classe dirigente e coloro che ne sono governati. E’ solo che non possiamo tollerare più classi dirigenti incapaci e disoneste ma nemmeno classi dirigenti di “uomini medi”, di “è uno di noi”: no! Non abbiamo bisogno di votare per il candidato con cui berremmo volentieri una birra ma di votare quello che vorremmo accanto quando dovremo chiedere alla banca un’estensione del mutuo. Non vogliamo leader delle persone comuni ma leader che capiscano le persone comuni. Altrimenti , per dirla come Luca Sofri, saremo condannati a classi dirigenti infarcite di demagogia e che ci chiederanno di scegliere (sulle fesserie) e dall’altra noi che pretenderemo sempre di più di scegliere su ogni cosa: siamo anche noi come loro. E quindi raccolte di firme e referendum, pretesa di supplenza dei rappresentanti che noi stessi abbiamo scelto ma che non consideriamo all’altezza.
Dobbiamo credere che sia possibile un mondo diverso ed un futuro migliore : magari non più ricco, se non è possibile, almeno più felice. Questo si. Cominciando, ad esempio, dal chiedere ai sindaci dei nostri comuni di lavorare per la ristrutturazione, la riqualificazione, la sistemazione dell’esistente: più manutenzioni e meno inaugurazioni. “In questo inverno di stenti, con speranza e virtù, affrontiamo con coraggio le correnti ghiacciate e sopportiamo quel che le tempeste ci porteranno.Facciamo si che i figli dei nostri figli possano dire che quando siamo stati messi alla prova non abbiamo permesso che questo viaggio finisse, che non abbiamo voltato le spalle e non siamo caduti” (Barack Obama – discorso di insediamento)

lunedì 9 luglio 2012

Incapaci demagoghi è questo quello che ci meritiamo?

Probabilmente le nostre comunità, i nostri comuni, le nostre regioni, il nostro Paese, l'Italia e gli italiani si meritano degli incapaci demagoghi a gestire la cosa pubblica. A nessuno di noi italiani interessa davvero il merito. Vogliamo una democrazia senza elezioni ed il merito senza le regole. Preferiamo chi dice tagliamo di qua e tagliamo di là, no ai privilegi buttando via con l'acqua sporca anche il bambino, ai ragionamenti, al pacato pensare e alle competenze messe a servizio. Preferiamo le urla il "dagli all'untore" a chi cerca di distinguere. Preferiamo chi non sa fare nulla e per questo non pretende nulla (perchè non sarebbe in grado di poterlo pretendere) anche quando si mette in Politica: forse perchè è l'unica visibilità che riesce a trovare e ad avere. E' importante che qualcuno dica che il "re è nudo". Ma poi per far camminare le cose serve passione, onestà e competenza. Invece, mi pare, ci si sta rassegnando ad incapaci demagoghi... qualcuno dirà meglio incapaci demagoghi che incapaci disonesti.... sarà.... se vve piace così... io non ci sto!

mercoledì 27 giugno 2012

TENERA E' LA NOTTE...

Allora da dove cominciare? Domani sera Italia-Germania: quella del 1970 l'ho vista almeno tre volte registrata, le altre, quella del 1982 e del 2006 (tralascio quella del 1996 agli Europei 0-0 rigore sbagliato da Zola) me le ricordo bene. Come se le avessi viste la settimana scorsa o ieri: di quella del 1982 mi ricordo la tavolata di quasi tutta la via, il silenzio irreale che scese poco prima della partita immagino su tutta l'Italia, quel caldo così diverso da quello di oggi più secco, ventilato, indolente che accarezzava le canottiere bianche degli adulti e le nostre magliette e pantaloncini corti. Nessun climatizzatore a sputare fuori caldo. Tutte le persone fuori: per strada, in gruppi, assieme. Mi ricordo la festa quasi dionisiaca di una Bassano trasfigurata: la bandiera tedesca bruciata messa in mano alla statua di San Bassiano. Era un paese diverso: più povero. Più semplice. Più vero forse. Io so solo che una squadra nazionale come quella del 1982 non l'ho più rivista giocare. La semifinale del 2006 invece è stata un orgoglio ritrovato. Un riprenderci in mano quello che Italia 90 ci aveva tolto: noi che andiamo a vincere a casa loro come loro fecero da noi. I tedeschi ammutoliti, la ragazza che piange in televisione al gol di Del Piero. La pazza corsa di Grosso, i miei pugni al muro della "saletta mondiali" quando abbiamo colpito i pali. Era prima della crisi ma qualcosa già si affacciava. Mi ricordo un paese quasi incredulo del successo, una gioia meno spontanea forse, fatta di telefonini, sms, foto postate su facebook, come se la festa non la si dovesse vivere in prima persona ma immagazzinare, registrare e mettere in rete. Altrimenti chi mi vede? Domani sera che partita sarà? Non lo so. Noi con i tedeschi abbiamo una solida tradizione positiva e il calcio è fatto di numeri (ad esempio l'Inghilterra ai rigori ha perso sempre tranne una volta) e di statistiche. Però non si sa mai. Loro giocano meglio. Sono più squadra. Però noi siamo più bravi. Sappiamo improvvisare, trovare le chiavi di lettura delle situazioni che cambiano, adattarci al terreno e agli avversari. Rispondere colpendo i punti deboli, dominare quando possibile, ma anche difenderci. I tedeschi hanno uno spartito e quello suonano. Anche se le note sono stonate, anche se non funzionano loro vanno avanti così. E come non vedere in questo un paradigma delle diversità tra noi e loro? E mi chiedo, dopo aver girato tutta l'Europa in varie occasioni, essere stato più volte in Germania, perchè noi dovremmo diventare come loro e loro diventare come noi? E poi questi tratti caratteristici ci sono ancora o siamo tutti, nelle nostre diversità, cittadini di una unica grande comunità che si chiama Europa? E più in là Mondo? Le diversità sono ricchezze non barriere. Se i tedeschi prendessero da noi un pò di improvvisazione e noi da loro un pò di rigore non ne saremmo tutti accresciuti? Quindi spread o non spread, eurobond o non eurobond solo se sapremo ritrovare uno spirito comunitario più ampio potremo dare senso al sogno dell'europa federale. Solo se i nostri leader sapranno leggere questo non solo come necessità economica ma come necessità dei popoli potremo sperare in un futuro migliore. L'impressione è che servano giganti e ci troviamo ad avere dei nani. A proposito chissà cosa ne pensa Beppe Grillo... adesso vado sul suo blog... chissà che Egli non mi illumini...

lunedì 4 giugno 2012

TERREMOTO: SOLDI PER LA RICOSTRUZIONE AI SINDACI

E' stata una settimana lunga, difficile, movimentata. La terra ha tremato e continua a farlo nel modenese: 17 persone non ci sono più. Una preghiera per loro e per le loro famiglie. La ricostruzione deve essere data in mano ai sindaci: solo loro possono seguire le cose. Nel post terremoto del Friuli del 1976 tale incombenza era stata data ai sindaci, poi mano a mano ad ogni sisma la responsabilità della ricostruzione è stata spostata più in alto fino ad arrivare alla Protezione Civile nazionale con l'ultimo sisma in Abruzzo ed abbiamo visto cosa è successo con la ricostruzione ancora in atto. Mi auguro che dopo l'era Bortolaso si possa ripartire dai sindaci per far ritornare quelle terre come erano prima. Un abbraccio a tutti gli amici di quelle terre. 

lunedì 21 maggio 2012

ESSERE MIGLIORI: CON PIU' VOLONTA'

Da dove cominciare? Succedono così tante cose in così poco tempo che a volte la testa va per conto suo e non riesce più a mantenere tutto insieme o di dare senso a volte a quello che accade. Volevo partire dall'annullamento del raduno di Pontida: peccato a me i raduni piacciono sempre. Preferisco quello degli Alpini ma anche quello di Pontida non era male. Magari quest'anno tanti militanti padani avrebbero potuto mettersi in fila anche loro e chiedere la "paghetta"... Peccato che non ci possa andare il segretario della Lega Nord di Rovato che ieri ha intelligentemente postato che il terremoto era perchè la Padania si stava iniziando a staccare. Che umorismo e che sottile intelligenza hanno sempre avuto i cari amici leghisti. E qualcuno si stupisce ancora.... Terremoto: un pensiero alle vittime, a chi ha avuto danni, a chi è sfollato. Questo ennesimo terremoto della nostra amata Italia, terra ballerina per eccellenza, arriva a pochi giorni dall'approvazione del disegno di legge che prevede che lo Stato non rimborsi più i danni ai privati derivanti da alluvioni e terremoti: un bel regalo per le assicurazioni. Ma almeno caro Stato, dammi il tempo di farla una assicurazione. Ma soprattutto non tassarmi la casa in maniera esagerata: permettimi di tutelarmi ma non continuare a succhiarmi il sangue. Sennò mi devi spiegare perchè io devo essere diverso da chi ha sempre visto risarcito i danni finora. Mi devi spiegare questo: che agevolazioni mi dai per assicurarmi la casa? Per fortuna chi ha subito danni in questo terremoto non soggiace a questa legge. Mi piacerebbe che si parlasse di queste cose qua in termini di "senso" e di prospettiva non solo in termini di "fare cassa". Sennò dovremmo tagliare tutto ciò che è improduttivo (quindi si dovrebbe partire da Montecitorio e Palazzo Madama ad esempio). Su quanto avvenuto sabato a Brindisi credo che la cosa migliore da fare per chiunque sia quella di raccogliersi in silenzio e riflettere: non ci sono parole per spiegare l'ennesima barbarie umana. Solo constatare come il bene non debba mai smettere di propagarsi e diffondersi per contrastare il male che sempre torna a galla e che sguazza e prolifera nei momenti di divisione, di angoscia, di timore e di ansia. Un impegno per tutti noi. Battiato scriveva in una sua canzone: "questo secolo oramai alla fine saturo di parassiti senza dignità, mi spinge solo ad essere migliore, con più volontà". Ecco di fronte a tutto questo, ad un mondo in crisi, ad una economia disumanizzata e schiava di se stessa, ad un panorama politico squallido, ad una società sfilacciata e disunita, la cosa che possiamo fare è solo quella di cercare di essere migliori: con più volontà.  

martedì 8 maggio 2012

Era meglio morire da piccoli...(2)

Sentivo stamattina la radio in macchina. Intervistavano il candidato 5 stelle che a Parma va al ballottaggio e il suo primo punto come programma è "dimezzare il compenso dei consiglieri". Subito dopo il consigliere regionale 5 stelle in Piemonte diceva che il movimento non è appunto un partito e a chi gli contestava la non democraticità del movimento rispondeva che non è vero che i candidati vengono scelti dalla base in assemblee pubbliche alle quali tutti possono partecipare. Che il programma si scrive in rete con la modalità della condivisione di wikipedia. Mah... 
Non voglio demonizzare il fenomeno: 25 anni si sentiva dire della Lega le stesse cose che si sentono ora del Movimento 5 Stelle. Credo che tutto questo sia un termometro del disagio ma mi pongo e pongo una domanda inquietante a mio parere, se siano questi i nuovi "partiti"? Sinceramente sono sempre stato dell'opinione che ci devono essere riflessioni su che tipo di comunità si vuole, che idea di sviluppo si abbia, che proposte per il lavoro, che welfare si ha in mente per poter comunque adire a governare a qualsiasi livello. Riflessioni che devono poi calarsi nel concreto nell'agire, nel fare. In un'epoca post ideologica come la nostra il discriminem di una buona politica può essere credo il ricercare il bene comune in adesione al rispetto dei diritti umani universali così come statuiti dalle carte internazionali. Diversamente andremo sempre dietro ai "no", alle "urla dei bravi", etc. Per questo mi pare un pò "pochino" quello che propongono i grillini, nei metodi (che democrazia può esistere senza regole? come gestire un movimento solo sullo spontaneismo più o meno reale e più o meno manovrato dalla figura carismatica) e nelle persone mi sembrano riproporre modalità demagogiche: ben vengano se servono a dare un messaggio a questi partiti imbalsamati governati con metodi familisti non democratici, non trasparenti, di proprietà privata, slegati dalle persone e dalla vita. Però attenzione, come ha ammonito il presidente Napolitano (in quanto credibile subito sbeffeggiato dal Grillo), a disfarsi dei partiti. Quello che viene dopo potrebbe non essere necessariamente meglio. Nello scoramento di oggi, nel constatare come lo scollamento tra classi dirigenti (non solo quelle politiche) e noi gente comune sia sempre più abissale, mi auguro sinceramente di non dover abiurare a tutto quello che ritengo buono e giusto e dover diventare "grillino" solo per poter vedere cambiare le cose.

ps- invito chi ha un attimo di tempo, un pò di dimestichezza con internet a guardare IN TUTTI i comuni dove si è votato il numero delle preferenze che i candidati "grillini" hanno ricevuto. Che significato dare a questa ampia differenza tra i voti della lista e le preferenze dei singoli? 

mercoledì 18 aprile 2012

ERA MEGLIO MORIRE DA PICCOLI...

Avevo 18 anni quando ho partecipato ad una trasmissione televisiva condotta da Gad Lerner "Milano Italia". Quella sera si parlava di un problema di alcolismo e di devianza giovanile in seguito ad un fatto di cronaca tragico occorso a Bassano. Era presente un importante esponente della Lega Nord-Liga Veneta (allora si chiamava così), Rocchetta. A lui mi rivolsi con testuali parole: "ci sono partiti che vorrebbero distruggere i partiti ed in realtà incitano all'intolleranza". Dopo vent'anni mi trovo a sentir ancora vive queste parole che si potrebbe ben rivolgere a qualche moderno paladino dell'antipolitica, a qualche moderno paladino del "no". Qualcuno che vorrebbe distruggere i partiti e che in realtà incita alla non tolleranza. Credo che in un momento come questo di difficoltà non possiamo affidarci al qualunquismo da un lato e al populismo dall'altro. Dobbiamo avere la forza delle regole e il rispetto delle persone al centro. Già il Partito dell'Uomo Qualunque nel secondo dopoguerra pensava che alla guida del governo ci volesse "un ragioniere che entrasse in carica il 1 gennaio e lasciasse il 31 dicembre di ogni anno senza poter essere rinnovato". I vari fronti del "no" inoltre sembrano portare avanti un atteggiamento demagogico volto ad assecondare le aspettative della gente, indipendentemente da ogni valutazione del loro contenuto e della loro opportunità. Ci troviamo quindi in mezzo tra chi pensa che bastino i tecnici e chi pensa che si debba sempre seguire l'onda dell'emotività della gente. La politica deve saper guardare oltre e avere una idea di società e di convivenza. Vedere la collina successiva e non gestire l'ordinario o l'emergenza è il compito delle leadership siano esse politiche, imprenditoriali o spirituali. Il deficit di "spessore", di profondità e di valore intrinseco delle persone che stiamo vivendo fa sembrare anche le formiche dei giganti è vero. Per questo il discriminem, il rasoio di Occam, deve essere la qualità delle persone: a qualunque livello. A partire dalle nostre amministrazioni locali: capacità di visione, di ascolto, di progettualità prima di tutto. Qualità qualità qualità e non demagogia o populismo. Siano essi moderni (internet) o antichi (druidi e riti celtici). 

giovedì 5 aprile 2012

A MIA INSAPUTA...

Quante cose che succedono... e sempre all'insaputa di qualcuno! Riflettevo se a me succedesse.... a mia insaputa di trovare le chiavi di una Porsche sul comodino di casa... o tornare dal lavoro e vedere una squadra di imbianchini, muratori che la sta ristrutturando... io non chiedo chi me li avesse mandati perchè... vuoi mai... così si lascia fare... a mia insaputa.... Ma la cosa più bella, più incredibile, è sentire "hanno tirato fuori questa cosa prima delle elezioni amministrative, è un modo per colpire la Lega": già, a nostra insaputa, è più grave questo non il fatto che ci sia qualcosa di poco chiaro. Non il fatto che tale indagine è partita da esposti di militanti della Lega, non il fatto che lo stesso Maroni (non Vendola... Maroni) avesse sollevato dei dubbi... no, il problema non è "non si devono commettere reati", "si deve essere trasparenti e onesti", no il problema è la c.d. giustizia ad orologeria!!!! Per carità il garantismo vale per tutti anche per il partito (la Lega) che al tempo di Tangentopoli andava in Parlamento a mostrare (che classe han sempre avuto gli esponenti leghisti... che classe... che stile...) il cappio. Due riflessioni infine: se i partiti (tutti) avessero strutture democratiche, statuti trasparenti e fossero sottoposti alle leggi di trasparenza contabile minime che sono richieste alle più piccole associazioni e onlus ad esempio (senza andare a vedere aziende e imprese) situazioni come quelle di Lusi e questa sarebbero più difficili. Se i partiti non fossero proprietà private di qualcuno (Bossi o Di Pietro che dir si voglia ad esempio) forse la fiducia in loro potrebbe aumentare. Comunque l'amarezza è che tante "belle" cose succedono in Italia ed in Padania, a "nostra insaputa" e questa è la cosa peggiore...

lunedì 13 febbraio 2012

NON PASSA LO STRANIERO?

Ho fatto un proposito per questo anno 2012. Pertanto cercherò di esprimermi in senso positivo. Lo spunto di riflessione di oggi è la proposta di far votare gli immigrati regolari nelle elezioni dei consigli di quartiere. Da qui si parte per arrivare alla cittadinanza. La riflessione che voglio fare è la seguente: per quanto tempo una società può permettersi di vivere escludendo dalla possibilità di partecipare alle scelte e alle decisioni che riguardano la vita di tutti i giorni parte di se stessa? Non possiamo fare finta di niente e pensare che chi non ha la cittadinanza italiana non possa esprimersi sulle questioni che riguardano la propria vita in comunità. Basterebbe solo questa motivazione di semplice opportunità secondo me a far propendere non solo per il voto nei consigli di quartiere ma anche per le elezioni amministrative sicuramente a livello comunale. Chi è residente in un territorio, regolarmente iscritto alle liste di anagrafe, che lavora in regola, paga le tasse, manda i propri figli a scuola deve poter avere il diritto di esprimersi e di sentirsi rappresentato per le decisioni amministrative che inevitabilmente ricadono su di lui e sulla sua famiglia. Possiamo normare la cosa e mettere delle regole per la durata temporale di residenza continuativa che accende questo diritto al voto per evitare la trasumanza elettorale. Per quanto riguarda invece la cittadinanza è ben noto che in Italia fin dai tempi dell'antica Roma vige il principio dello ius sanguinis: ovvero la cittadinanza si trasmette per discendenza. Diverso è negli Stati Uniti ad esempio dove vige lo ius soli: è americano chi nasce negli USA. Anche qua senza tante demagogie uno spunto di riflessione lo dovrebbe dare la constatazione che entrare negli Stati Uniti non è così semplice come sembra esserlo per l'Italia. I controlli, seppure imperfetti anche negli USA, sono sicuramente più alti e maggiori. Dare la cittadinanza italiana che ingenera tutta una questione di diritti (e anche di doveri ricordiamoci) a tutti coloro che si trovano a nascere qua mi fa temere una sorta di migrazioni della nascita per cittadinanza (che genera non tanto il diritto a stare in Italia - che se andiamo avanti così non sarà più tanto appetibile- ma fin tanto che saremo in Europa a poter circolare in tutta l'Unione ad esempio). Pertanto vedo ancora prematuro questo cambiamento e le discussioni dovrebbero andare non tanto e non solo nella direzione di "valori" e "principi" quanto piuttosto in termini di "sostenibilità" e "opportunità". Ed è su queste basi che secondo me dobbiamo aprire un dibattito culturale che presuppone una consapevole visione del futuro e dei mutamenti della nostra società. Senza dimenticare mai chi siamo, quale è la nostra storia, il nostro passato, i nostri valori ma senza dimenticare che la storia evolve, il passato condiziona il futuro ma non lo pregiudica e che i valori vivono e sopravvivono alle diverse contrapposizioni solo se fortemente testimoniati e vissuti piuttosto che semplicemente declamati e preconcettualmente difesi. L'impressione è che ci si trova di fronte due posizioni incapaci di approfondire con qualità e competenza la questione senza volontà di lasciare gli opposti estremismi di posizioni chiuse e preconcette sbilanciate o verso una estrema chiusura o verso una estrema apertura. O le questioni fondamentali di questo Paese e anche delle nostre piccole comunità cominciano ad essere trattate e discusse con capacità di approfondimento, mediazione, ascolto e disponibilità oppure il futuro che stiamo costruendo non sarà tanto roseo per i nostri figli. 

domenica 22 gennaio 2012

ITALIA, VAI A BORDO CAZZO!

Sono stato un pò in silenzio è vero e di cose guarda quante ne sono successe. Non voglio dire niente di più sul tanto che è stato detto, si è letto e si è scritto sulla questione del naufragio della Costa Concordia e sul diverso comportamento del "vile" Schettino e degli altri "eroi" della situazione. Io dico solo che è più facile giudicare stando comodamente a casa propria al caldo che su una nave che sta andando a fondo. Credo che, come molti altri esempi, Schettino abbia preferito un brutto processo ad un bel funerale. Detto questo non mi stupisco più di tanto: in questo Paese da anni in svariati settori ci troviamo inetti, incompetenti, imbelli che assurgono a posti di responsabilità. E se la memoria ce l'abbiamo ancora un'altro "comandante" di un'altra nave aveva detto, come Schettino, "che va tutto bene" mentre la nave Italia stava affondando... per questo facendo mio il tono perentorio del comandante De Falco dico "Italia, vai a bordo cazzo!". Ovvero scuotiti dal torpore, esci da questa mediocrità fatta di pailette e lustrini finti, di sorrisi ammiccanti e parole che blandiscono e inizia a fare i passi giusti verso un nuovo modo di intendere il nostro essere comunità. Sui trinariciuti omini verdi non dico nulla più di quello che già loro stessi si dicono tra loro: spero solo che presto siano condannati alla minoranza che si meritano. Non solo quella elettorale ma soprattutto quella culturale e dei comportamenti. Mi direte che sono illuso... ma se ad un uomo togliete la speranza cosa gli rimane?