lunedì 30 settembre 2013

BASSANO SI PUO' 

 

 Alcuni spunti aperti alla discussione e ai contributi di chi ama Bassano 


La prossima amministrazione comunale di Bassano del Grappa si troverà ad agire in un quadro sociale ed economico differente rispetto a quello che tutte le amministrazioni pubbliche hanno dovuto affrontare dal dopoguerra ad oggi. La progressiva riduzione dei trasferimenti statali in un quadro di crisi economica generale che ridimensiona le risorse disponibili, impone il ripensamento dello strumento “Comune” che non potrà essere più solo un erogatore di servizi, un gestore della manutenzione ma deve diventare un vero e proprio “organizzatore” delle risorse, “promotore” della partecipazione e del sostegno di vicinanza della comunità residente, nonché “attivo” nel ricercare canali di sostentamento e finanziamento. La leadership del territorio non è un “diritto divino” dato per assodato ma un dovere che Bassano ha nei confronti della zona non solo e non tanto per contare di più ma per programmare ed organizzare al meglio questioni come la viabilità locale ed interprovinciale, l’assetto territoriale, la tutela del paesaggio e la rete del welfare.

Due le parole chiave: CIVILTA’ E PROSPERITA’.

Civiltà: perché Bassano sia riconoscibile dalla sua capacità di ACCOGLIENZA – APERTURA E TUTELA DEI DEBOLI. Civiltà perché i doveri sono inscindibili dai diritti. Civiltà perché la storia della nostra città ci apre al mondo e agli altri.

Prosperità: perché dobbiamo pensare che il benessere che si è faticosamente conquistato non venga disperso e per questo dobbiamo avere la forza di adattarci al mutare dei tempi. Prosperità che vuol dire qualità della vita e non solo e non tanto quantità di denaro.

Fare di Bassano una sorta di laboratorio al tempo della crisi, che sappia leggere il segno dei mutamenti dei tempi, che sappia ritrovare il senso di comunità.

IL COMUNE IMPRESA

E’ necessario che il comune sia pro-attivo nella ricerca di finanziamenti, opportunità europee ed investimenti che possano portare “utilità” da poter mettere a disposizione dei cittadini in termini di maggiori servizi e minori costi. Il comune "virtuoso" cerca soldi, non taglia solo. La mancanza di risorse non può spegnere le idee e le possibilità. Come una azienda privata cerca opportunità di business così deve fare un comune. Ad esempio perché non pensare che la gestione dei rifiuti, della distribuzione di acqua e gas possano diventare uno degli strumenti di queste modalità di raccolta fondi?

100.000 BICI A BASSANO: IL TURISMO AL CENTRO

Il completamento della ciclabile dal Cornale fino a Bassano è solo un esempio di come si possa cercare di mettere Bassano ed il bassanese al centro di una tipologia di turismo che può essere attratto dalle nostre zone. Marketing territoriale e messa in rete delle risorse, delle modalità di comunicazione e promozione della zona più vasta (pedemontana bassanese) e indicazione di priorità del tema per l’amministrazione cittadina.

GUARDARE BASSANO DALL’ALTO: NON SIAMO SOLI

Riprendiamoci il nostro tribunale perché un territorio come quello bassanese ne ha bisogno. Perché funziona. Perché non è il tribunale di Bassano del Grappa ma di tutta un’area produttiva e positiva. Difesa dell’ospedale di Bassano che non avendo più alcuna eccellenza rischia un ridimensionamento futuro. Pensare Bassano come parte di una area più vasta, insieme agli altri comuni, in quella logica di “città diffusa” o “area vasta” che prelude ad un futuro e possibile “unione dei comuni del bassanese” non appare una eresia quanto una ipotesi concreta da indagare.
 

VOLONTARIATO A KM 0: WELFARE DI PROSSIMITA’

Welfare che coinvolga e responsabilizzi i cittadini in una ottica di solidarietà di vicinato. Promuovere il volontariato a km 0 e le attività che creano comunità e non solo gestione del tempo libero autoreferenziale. In una dimensione di sempre maggiore contrazione delle risorse l’amministrazione comunale può essere attore di governance del sistema, promotore di azioni di costruzione di reti di solidarietà e orientare le risorse in una ottica non solo e non tanto di sostegno ai bisogni quanto di investimenti in moltiplicatori di ricadute ed esiti positivi. In questo senso è centrale la Conferenza dei Sindaci per ottimizzare e coordinare le azioni e gli interventi con l’Azienda Ulss ed i sindaci del comprensorio.

MENO COSTRUZIONI, PIU’ RISTRUTTURAZIONI

Ristrutturare, costruire solo dove necessario con criteri innovativi in termini di risparmio energetico (casa clima) sperimentare una esperienza di housing sociale. Utilizzare la leva delle imposizioni fiscali comunali per invertire la tendenza degli appartamenti, case e negozi sfitti. 

venerdì 22 febbraio 2013

Da piazza Venezia a piazza San Giovanni...

Da piazza Venezia a piazza San Giovanni noi italiani appena uno sale su un balcone a gridare vuoti slogan populisti accorriamo beati ad acclamare. Non abbiamo proprio speranze se da un cantante di navi da crociera siamo pronti a correre in braccio ad un guitto. Come si può non dare ragione a chi grida che si devono tagliare le spese inutili, i costi della politica, prevedere il limite dei mandati ad esempio? Però nessuno si chiede e nessuno ha avuto la possibilità di chiedere "come", in che maniera, su che basi. Soprattutto a nessuno interessa sapere quale idea di società, di comunità vi sia, come ci si rapporta con l'europa e col mondo, quale "visione" si ha oltre all'arrendetevi? Come si può non dare ragione a chi grida che questi politici e questa politica ha stufato? Come? Credo che si stia perdendo una grande opportunità: la democrazia del web non esiste ed infatti è una invenzione bella e buona tanto decide sempre uno anche qua. Si potevano rimettere in moto  con metodi democratici e trasparenti molte energie buone e valide, si poteva utilizzare il web come grande veicolo e strumento per diffondere e condividere le idee aprendosi poi agli incontri sui territori. Non si può ripartire e cambiare se non ci si mette in testa che il "dialogo" ed il confronto con tutti e sempre sono dei valori imprescindibili per affrontare una realtà sempre più complessa e difficile. Diversamente, possiamo ancora mettere la testa dentro la sabbia come gli struzzi e affidarci a vuoti slogan, a vuote parole e alla partecipazione di facciata. Un giorno qualcuno si degnerà di spiegarmi come si possono reputare aperte delle primarie dove hanno votato in pochissimi e ci sono candidati scelti con 80 preferenze... che sia l'ennesima foglia di fico di una immane operazione di marketing? Rattristato, attendo che arrivi lo tsunami... tanto poi, anche stavolta, ci serviranno persone serie, oneste e coraggiose che dovranno rimettere in piedi la baracca... e se questo non è il tempo per noi, probabilmente potrebbe non essere più nemmeno il paese per noi... buon voto a tutti!

sabato 16 febbraio 2013

LA COSCIENZA DELLA RESPONSABILITA'

Una settimana al voto. Andiamo a votare con una legge elettorale che il suo stesso creatore, Calderoli della Lega (per chi non si ricordasse), ha definito una porcata. Una porcata fatta non per il bene del Paese o del Nord, no fatta solo per non permettere agli avversari di vincere. Legge del 2005 che nè il governo Prodi, nè tantomeno il governo Berlusconi, nè il governo tecnico di Monti sono riusciti o hanno voluto cambiare. Quindi ci troviamo a poter rischiare uno stallo e l'ingovernabilità al Senato. abbiamo però tutti una grande responsabilità: quella di dare dei segnali concreti di voler cambiare e voltare pagina. Questa volta non ci sono più alibi: le possibilità ci sono. Le alternative anche. Per anni la dicotomia berlusconi-comunisti è stato un mantra nel quale in tanti si sono rifugiati, un modo per non analizzare e capire, ma solo per semplificare e a forza di semplificare intontire, instupidire, allontanare la gente dalla politica. Eppure la politica è la cosa più importante che c'è: agire per organizzare la realtà, permettere la coesione sociale, il benessere, l'accompagnamento dei più deboli e anche però la possibilità e la volontà di poter cambiare la realtà stessa. Ritengo che in questi anni abbiamo perso tutti la consapevolezza che la politica sia necessaria: quindi non ci si può chiamare fuori solo perchè abbiamo avuto spesso ed in tutti i settori della politica esempi di malaffare, disonestà, incompetenza, demagogia e qualunquismo. Eppure chi più chi meno, chi con i distinguo del non mi piace questo, non mi piace quell'altro, del questo è comunista, questo è fascista, questo è ricco, questo è povero, questo è imprenditore, questo non ha mai lavorato, questo è brutto e questo è bello, abbiamo sempre votato o permesso che la classe politica arrivasse quasi a toccare il fondo. Abbiamo permesso partiti non democratici al loro interno, abbiamo spento l'interruttore del nostro cervello ed accettato supinamente che si potessero non pagare le tasse con senso di impunità e quasi di giustizia, abbiamo accettato che il seme dell'intolleranza venisse quotidianamente seminato nelle nostre terre e che chi lo semina venisse premiato con ruoli di amministratore e di governo, abbiamo lasciato fare condoni e ruberie senza mai sollevare ciglio. Ecco perchè adesso non possiamo più permetterci le sottili distinzioni, i sottili sofismi del "ma questo è stato con Berlusconi fino a ieri", del "ma aveva detto che non si candidava", del "ma se vinceva Renzi": non è il momento non più. La mancanza della politica ha fatto più male a questo Paese di tutti i bunga bunga, di tutte le leggi ad personam e di tutto l'immobilismo di Prodi e le sottili manovre di un D'Alema. Per questo la settimana prossima andrò a votare in maniera convinta Scelta Civica con Monti per l'Italia. Non perchè mi piaccia Monti: ho già scritto che ritengo sia espressione del mondo delle grandi banche e di un sistema economico che ci ha portato a questo punto. Però non posso non dargli la patente di persona seria, onesta e che ha avuto ed ha il coraggio di dire le cose come sono. Che al di là di tutto ha preferito fare una scelta personale sconveniente (non ha pensato ai cazzi suoi: vero Razzi?) e che quando poteva stare tranquillo ad attendere il Quirinale ha capito che senza la sua salita in campo (reclamata da tante persone) ci saremmo ritrovati nel bipolarismo dell'ingovernabilità. Perchè possiamo ora stare a discutere che poteva fare tanto di più, che poteva mettere meno tasse e non fare la riforma Fornero ma con lui l'Italia ha riacquistato una credibilità internazionale, abbiamo ricominciato a sentire che si può fare politica e governare un paese con serietà ed onestà. Possiamo usare la pancia e guardare al domani più prossimo, aspettarci la restituzione dell'IMU, magari pensare che potremo non pagare più le tasse ("specie se sono troppo alte"), ma abbiamo il dovere di usare la testa. Mi auguro che questo sia il nuovo passo per una nuova stagione della politica dove possano ritornare, nella diversità, ad essere riferimenti il dialogo, il confronto, la serietà e la responsabilità. Che non è demagogia, non è il "via tutti", non è lo sbarco degli alieni incompetenti ed eterodiretti, ma l'assunzione delle responsabilità: tutti fanno promesse durante le elezioni. A me interessa però la prospettiva, lo scenario, dove vogliamo andare: i politici hanno questa responsabilità. L'idea di paese, di società e di convivenza, non se mettere o non mettere l'imu, non se stare o non stare nell'euro: questi sono mezzi per arrivare ai fini. Io amo la politica quando questa si adopera per fare cose importanti non per far diventare importante chi la fa. Il politico è lo strumento e questa missione dovrebbe riempirlo, realizzarlo, appagarlo e dare senso alla vita di chi decide di fare politica. Per questo ci vuole Passione, competenza e amore per la gente. Per questo non dobbiamo avere paura della qualità, non dobbiamo avere paura di usare la testa, non dobbiamo avere paura di avere un'opinione e di esprimerla.