giovedì 8 settembre 2011

NON SI UCCIDA IL FUTURO DI BASSANO

Bassano è la "mia" città. Anche se non ci abito più è la città che sento mia, che amo per tutta una serie di motivi e per la quale ho più attenzione e interesse. E' la città della mia storia, della mia crescita, delle mie radici. Siamo a settembre e sono passati due anni dalle elezioni. Elezioni alle quali non ho partecipato direttamente se non sostenendo in maniera indiretta (pur nel dubbio verso la lista di appartenenza) un caro amico e voi capite ben chi. Sono stato davvero felice che un galantuomo come Stefano Cimatti, con il quale ho condiviso gli ultimi mesi della precedente amministrazione in consiglio comunale, sia diventato sindaco. E ancora più contento per due cari amici scelti nella sua giunta. Però a quasi due anni non posso nemmeno io non iniziare a chiedermi e a chiedere alcune cose: a che punto siamo? Un amico l'altro giorno mi diceva: ma finora l'amministrazione Cimatti per cosa verrà ricordata? Ed io sinceramente non sapevo cosa rispondere... grandi progetti sulla carta per ora. Grandi stravolgimenti, parcheggi che partono o non partono, nuovi assetti viari: solo al termine si potrà valutarne, certo. Però non posso non notare l'assenza dell'amministrazione in alcuni settori quali i servizi sociali ad esempio e non credo solo ed esclusivamente per mancanze politiche. Non è solo e non tanto la mancanza di fondi a determinare il fattibile o il non fattibile. E' l'importanza di una visione, di un "sogno", di una idea di città e di comunità da costruire quello che fa la differenza. Sennò avremo le mura riordinate, le strade messe a posto e un centro bello come Cittadella (comunque intanto già iniziare così non sarebbe male...)del mio amico Bitonci ma non avremo costruito un futuro possibile per la comunità bassanese. E questo lo si può fare anche con pochi soldi. Ma usando la testa per inventarsi nuovi modi (che vadano oltre il semplice do ut des, o la sponsorizzazione) di sostenere gli interventi, coinvolgendo persone di qualità e merito e potendo scegliere con cura ed attenzione i dirigenti comunali (da scegliere tra i migliori e con logiche nuove...) per portare avanti pur nella ristrettezza delle risorse, le idee. Chiamando a raccolta le tante forze vive della città che ora sono disseminate e slegate tra loro. Facendo del ruolo di "governance" dell'amministrazione una leva per la leadership del territorio bassanese allargato, senza puzza sotto il naso, "bassanite" acuta o altro. Purtroppo mi domando come questo sia possibile "quando mai prima d'ora Bassano è stata amministrata da 5 capogruppo": già le difficoltà non mancano. Non compromettere il futuro della città sarebbe già, però, una buona cosa...

ps- intanto il governo nel suo delirio ha "accolto" uno dei punti che l'associazione Politica in Regola dalla sua fondazione ha messo tra le sue "regole": ovvero il vincolo per legge del pareggio di bilancio. Insomma, meglio tardi che mai...

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.